Quando si dice in bocca al lupo?
Perchè si dice “In bocca al lupo”? Che origine ha e che significa? Se ti dicessi di provare ad immaginare per qualche istante di essere faccia a faccia con un lupo, che cosa faresti? Penso che la tua risposta sia “me la do a gambe!”, perché è la prima reazione che quasi chiunque avrebbe. Eppure perché qualcuno ogni tanto vorrebbe che finissimo “in bocca al lupo” e ce lo dice pure in modo speranzoso? Scopriamolo continuando la lettura!
Perchè si dice “In bocca al lupo”? Che origine ha e che significa? Quando si dice in bocca al lupo?
“In bocca al lupo”: un’esperienza assolutamente positiva!
Amare gli animali è certamente una nobile qualità, ma bisogna ammettere che certi animali sono più amabili di altri!
Troviamo di sicuro più apprezzabile un cane o un coniglietto, piuttosto che, ad esempio, un coccodrillo, un serpente o un lupo, per quanto comunque quest’ultimo abbia il suo indubbio fascino e non sia poi così male.
Infatti, anche se la sua vista ci farebbe paura e vorremmo stargli alla larga, dovremmo invece andargli vicino, molto vicino… fino a entragli in bocca!
Ovviamente quello di cui sto parlando non è un lupo in carne e ossa, ma uno finto, protagonista dell’espressione “in bocca al lupo!”, che si dice o si sente spesso. Finire nella bocca di questo lupo, non è una cosa di cui spaventarsi, ma di cui rallegrarsi, infatti l’espressione, come noto pressoché a tutti, si usa in modo bene augurante nel senso di “buona fortuna!”.
Anche in questo caso, l’origine della frase era facile che affondasse, così come altre che abbiamo già analizzato, le sue radici nel mondo degli allevatori e dei cacciatori: il lupo è da sempre considerato un animale pericoloso sia per l’uomo e sia per altri animali come galline, pecore, ecc. e per questo motivo, in passato (e non solo), si cercava di eliminarne il più possibile. Durante le battute perciò, l’espressione “in bocca al lupo” veniva detta come sinonimo di “buona caccia”, a cui seguiva a volte di rimando la frase “crepi il lupo” per allontanare la malasorte, visto il sangue freddo che occorreva nello svolgere il compito.
Ancora oggi molto spesso si è soliti rispondere “crepi il lupo”, o più semplicemente “crepi”, quando ci si sente dire “in bocca al lupo”, sempre per ottenere lo stesso effetto scaramantico.
Un’altra teoria sull’origine della frase arriverebbe dal mondo della nautica: un tempo le navi erano dotate di una sorta di lavagna, dove veniva segnato l’elenco dei “fortunati”, cioè le merci e le persone che riuscivano a fare ritorno dopo il viaggio. E come poteva chiamarsi quella lavagna se non “bocca di lupo”?
Secondo invece un’altra ipotesi, la nascita dell’espressione “in bocca al lupo” sarebbe legata ad un’altra nascita, cioè quella di Romolo e Remo e della città di Roma. Come racconta la leggenda, i due fratelli ancora neonati, vennero tratti in salvo e cresciuti da un lupo femmina; la loro fortuna è stata quindi quella di essere trovati e aiutati dall’animale, altrimenti è probabile che non ce l’avrebbero mai fatta, ed è per questo che “in bocca al lupo” si pensa sia di buon auspicio.
Un’ultima possibile origine, verrebbe fuori per somiglianza fonetica dal greco, cioè “in bocca al lupo” diventerebbe “prendi la retta via” e “crepi il lupo” diventerebbe “la prenderò”.
Curiosità: chi è finito veramente nella bocca del lupo… ed è stato fortunato ad uscirne!
C’è qualcuno però che è andato a finire sul serio dentro la bocca del lupo, ma non gli ha fatto né piacere e né gli ha portato fortuna ed è stato invece molto meglio quando ne è venuto fuori!
Stiamo parlando della conosciutissima fiaba di Cappuccetto Rosso, in cui l’omonima protagonista, viene ingoiata intera dal lupo a casa della nonna, dopo che il canide aveva già precedentemente divorato la vecchietta, si era camuffato con i suoi vestiti e messo nel suo letto, in modo da ingannare e poter poi così mangiare anche la bambina.
Il destino, per fortuna, ha voluto però che un cacciatore passasse da quelle parti e, dopo aver visto quello che era successo, entrò nella casa e uccise il lupo decapitandolo, che si ormai addormentato a causa dell’abbondante pasto. Dopodiché, gli aprì la pancia e liberò finalmente Cappuccetto Rosso e la nonna.
In un’altra versione, il cacciatore non uccide l’animale, ma gli apre il ventre, fa uscire le due malcapitate, mette nella sua pancia alcuni sassi, ricuce con ago e filo e poi se ne va insieme alla bambina e all’anziana signora. Al risveglio il lupo, assetato, sentendosi lo stomaco “pesante” e pensando di non aver digerito bene, decide di andare a bere un sorso d’acqua al fiume, ma a causa e inconsapevole delle pietre nel suo corpo, cade tra i flutti e muore annegato.
E’ proprio vero allora che quando si finisce “in bocca al lupo” lui “crepa”!
Non perdiamoci di vista!
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